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Salentina in Cucina

Archivi Mensili: marzo 2014

Zeppoline finger

30 domenica Mar 2014

Posted by salentinaincucina in Dolci e biscotti, Ricette salentine, Uncategorized

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crema pasticcera, dolci mignon, festa del papà, pasta choux, zeppole, zeppole di san giuseppe, zeppole Lecce, zeppole salentine

zeppoline finger

Le zeppole di San Giuseppe sono tra i miei dolci del cuore. Quelli che mi riportano a casa, nel mio Salento, quando erano immancabili sulla tavola del 19 marzo, festa del papà. E mio padre, puntuale, arrivava con il suo bel vassoio pieno zeppo, appunto. Pur essendo i dolci “di san Giuseppe”, le zeppole si trovano tutto l’anno nelle pasticcerie di Lecce e dintorni, perché fanno parte della tradizione locale. Il 19 marzo è solo la scusa per fare una scorpacciata legittimata dalla tradizione.

A volte alle tradizioni locali ci si pensa poco, le si dà per scontate finché non ci si sposta in giro per l’Italia: appena mi sono trasferita in Veneto, quando parlavo delle “zeppole” i miei interlocutori mi rispondevano con “frittelle” e “Carnevale”……insomma, quelle che conoscevo io erano fritte, sì, ma ben condite con doppia crema pasticcera (bianca e nera) o anche al forno…e poi con il Carnevale non avevano proprio niente a che vedere!

Allora mi sono documentata su questo dolce che, con lo stesso nome, si mangia in forme e con ingredienti diversi  lungo quasi tutta la penisola. Ho scoperto che la zeppola è tipica dell’Italia centrale e meridionale, anche se è conosciuta anche in quella settentrionale. Poi ne esistono varie versioni: se quella salentina è condita con una doppia crema, quella campana, per esempio, sostituisce la crema al cioccolato con delle amarene sciroppate; quella reggina vuole la ricotta, quella siciliana il miele d’arancio e la cannella (di memoria araba), quella dell’Italia centrale, invece, è sempre fritta e mai condita con creme o ricotte. Come sempre, nell’arte pasticcera, i meridionali esagerano, condiscono, arricchiscono! Quelle che ho voluto riprodurre sono, ovviamente, le mie zeppole salentine.

La tradizione le vorrebbe fritte…e fritte nello strutto se proprio vogliamo essere ortodossi! Io non ho avuto il coraggio, mi sono accontentata dell’olio di arachide e ne ho fatta anche una versione al forno. Poi, visto che va tanto di moda il dolcetto mignon, quello che elimina i sensi di colpa, perché in un solo boccone quasi non ci si accorge di averlo mangiato (non si può mai credere che un solo boccone, così innocente, un bocconcino che non si fa neanche in tempo ad assaporare che è già sparito, contenga una bella scorta di calorie!!) ho realizzato la versione finger di questo carinissimo dolcetto.

Ingredienti

Per la pasta choux

  • 500 gr di farina
  • 250 gr di acqua
  • 100 gr di burro
  • un pizzico di sale
  • olio di arachide per friggere

Per la crema pasticcera

  • 1 litro di latte
  • 4 tuorli
  • 150 gr di zucchero
  • 60 gr di amido di mais
  • semi di vaniglia
  • 1 cucchiaio di cacao amaro

Procedimento

Preparare la pasta choux: in una pentola portare l’acqua a bollore insieme al burro. Togliere dal fuoco e aggiungere in un solo colpo tutta la farina. Mescolare velocemente fino ad ottenere una massa compatta. Lasciar riposare.

Per la crema pasticcera: Versare il latte e i semi di vaniglia in una pentola e portarlo quasi a bollore. In una ciotola mescolare con una frusta le uova e lo zucchero e aggiungere il resto degli ingredienti, tranne il cacao. Quando il latte sarà pronto, versare velocemente il composto di uova e mescolare evitando la formazione dei grumi. Riportare sul fuoco e cuocere fino ad ottenere una crema densa. Prelevare un quarto della crema e aggiungere, quando è ancora calda, il cacao setacciandolo finemente.

In un sac à poche con bocchetta a stella inserire la pasta choux e, sulla placca del forno rivestita con carta oleata, formare delle doppie spirali del diametro di 3 cm. Le spirali devono essere molto strette, perché saranno il supporto per la crema. Passare le zeppole così formate in forno caldo a 180 gradi per 10 minuti, fino a quando si staccheranno dalla teglia. A questo punto friggerle in abbondante olio bollente per 7/8 minuti, a fiamma bassa per evitare che si brucino esternamente. Quando saranno dorate, eliminare l’olio in eccesso e cospargerle di zucchero semolato.

Preparare poi due sac à poche con le due creme. Farcire le zeppole prima con quella bianca e poi con quella al cioccolato. Il risultato è già una gioia per gli occhi…non parliamo poi del palato!!!

zeppole finger

zeppole2

Anche con questa ricetta partecipo al contest di Monique e Paola “Finger food – In un sol boccone”

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Chiocciola di panbrioche con mele, uvetta e zucchero muscovado (a lievitazione naturale)

24 lunedì Mar 2014

Posted by salentinaincucina in Dolci e biscotti, Lievitati, Prima colazione, Uncategorized

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chiocciola di panbrioche con lievito madre, lievito madre, mele, muscovado, panbrioche, pasta madre, uvetta

chiocciola di panbriocheIl lievito madre. Finalmente è arrivato! ce l’ho anch’io, me l’hanno donato. Entusiasmo, felicità, euforiadalievitomadre e poi….sconforto dopo il primo tentativo miserrimamente fallito!!!! Ma come si fa? Rinfresco, riposo, ore, ore e ore ad aspettare. Insomma, pensavo che la difficoltà nel gestire il lievito madre fosse nella sua conservazione, nelle cure che richiede, tutto lì. E invece no. Non avevo capito che questo lievito avesse bisogno di una, due, anche tre lievitazioni prima di andare in forno! E così mi sono impegnata.

Il tempo l’ho rubato al week end. Ho capito che per fare un buon impasto occorre non solo rinfrescare il lievito prima di usarlo, ma poi lasciarlo crescere e crescere (possibilmente in contenitori ermetici) per due, tre, anche quattro ore. Poi usarlo nell’impasto…e aspettare anche con questo: lasciarlo crescere, crescere altre cinque, sei, sette ore. Poi dare la forma…e anche qui aspettare una, due, tre ore. Insomma. Ce l’ho fatta. Questa chiocciola è una delizia perché ho imparato a rispettare i suoi tempi, i tempi dei suoi miliardi di microrganismi, i veri protagonisti di questa ricetta (sono loro che decidono se farla riuscire comesideve) e che, in un impasto ricco di grassi, hanno dovuto lottare di più per farsi spazio. Mi riservo di studiare e sperimentare molto altro ancora prima di sentirmi “esperta” di lievito madre. Ma volevo condividere questo esperimento, veramente ben riuscito. E allora, ecco la ricetta!

Ingredienti

Per la chiocciola di pasta brioche

  • 250 gr di lievito madre rinfrescato (due volte nel mio caso)
  • 400 gr di farina manitoba
  • 200 gr di farina 00
  • 100 gr di burro morbido
  • 150 gr di zucchero semolato
  • 100 ml di latte tiepido
  • 2 uova
  • la buccia grattugiata di un limone
  • latte per spennellare
  • zucchero muscovado q.b. per spolverizzare

per il ripieno

  • 100 gr di uvetta
  • 1 mela a cubetti
  • 100 gr di zucchero muscovado
  • 2 cucchiai di rhum
  • vaniglia

Procedimento

Per prima cosa occorre preparare il lievito madre, rinfrescarlo e lasciarlo lievitare per almeno tre ore (io tutta la notte). Procedere con un secondo rinfresco e lasciarlo lievitare altre tre ore (possibilmente in un contenitore chiuso ermeticamente, che stimola la lievitazione).

lievito madre

 

pasta madre

Trascorso questo tempo, quando il panetto di lievito madre sarà ben alveolato, si potrà procedere con la ricetta.

In una planetaria (o Bimby o robot) mettere il lievito madre a pezzetti e scioglierlo nel latte tiepido. Aggiungere poi gradatamente le farine facendole assorbire lentamente, lo zucchero, le uova e il resto degli ingredienti, ad eccezione del burro che va aggiunto per ultimo a pezzetti morbidi.

Lavorare l’impasto per almeno 10 minuti fino a quando sarà morbido e compatto. Trasferirlo in una ciotola, possibilmente chiusa con coperchio ermetico oppure coprirlo con una pellicola aderente e lasciarlo riposare in forno spento per almeno sei ore (io otto).

Nel frattempo, in un padellino, far riscaldare una noce di burro, versarvi le mele, l’uvetta e lo zucchero. Sfumare con il rhum e continuare la cottura fino a quando le mele saranno morbide e dorate.

Quando l’impasto sarà ben alveolato e avrà raddoppiato il suo volume, stenderlo con le mani (non schiacciarlo troppo con un mattarello) e riempirlo del composto di mele e uvetta.  Richiuderlo a mo’ di salsicciotto, spennellarlo con del latte (o con un uovo) e cospargere la superficie con dello zucchero muscovado.

Lasciarlo lievitare per altre tre ore.

chiocciola di pancbrioche

Cuocere in forno statico per circa 25 minuti a 180 gradi.

(Nel forno si può inserire una bacinella con del ghiaccio per non far seccare la brioche).

Il risultato è a dir poco F A V O L O S O!!!!!!!!!!!!!!!…..E la brioche resta morbidissima anche il giorno successivo!

panbrioche con lievito madre

 

chiocciola di panbrioche con lievito madre

Sono già pronta per altri sofficissimi esperimenti!!!

Con questa ricetta partecipo al contest “Un anno di colazioni: i Dolci Lievitati” di Letizia in Cucina in collaborazione con FIMOra;

Sigari di caprino in crosta di parmigiano

23 domenica Mar 2014

Posted by salentinaincucina in Antipasti e aperitivi, Facilissimi e velocissimi, Uncategorized

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crosta di parmigiano, finger food, formaggio, panna liquida, parmigiano, sigari di caprino

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Finger food vuol dire velocità, praticità, semplicità, ma anche genuinità. Come queste caratteristiche si addicono al tipo di piatto, penso che allo stesso modo dovrebbero addirsi alla sua preparazione. Mi spiego meglio: i fingers “complicati” (bellissimi e buonissimi) si addicono poco, a mio modestissimo parere, alla filosofia del finger. Insomma, non è solo questione di mangiare con le dita, ma anche di preparare questi piattini in modo veloce e con ingredienti “a portata di casa”. Oltre alla filosofia finger, penso che questa praticità sia dettata anche da due altri motivi, mi spiego meglio. Quando si prepara un finger food? O per un aperitivo o per un pranzo/cena da consumare in compagnia. In entrambi i casi occorre preparare anche dell’altro, magari qualcosa di più impegnativo, nel caso del pranzo, o altri stuzzichini veloci e carini nel caso dell’aperitivo. Insomma, il tempo è poco e il risultato deve essere gradevole. Motivo per cui diventa fondamentale la praticità della ricetta! Quella che propongo oggi è appunto molto semplice e veloce.

Ingredienti per 10 sigari

  • 150 gr di parmigiano (da dividere in mucchietti da 30 gr l’uno)
  • 150 gr di formaggio caprino
  • 50 ml di panna liquida
  • 1/2 spicchio di aglio (facoltativo)
  • timo q.b.
  • semi di papavero
  • bastoncini simil bretzel

Preparazione

Preparare il ripieno dei sigari: mescolare il caprino con la panna fino ad ottenere un composto cremoso; aggiungere poi l’aglio tritato e il timo.

Disporre i mucchietti di parmigiano da 30 gr l’uno su un riquadro di carta da forno e cuocere in forno a microonde per 20/30 secondi.

Tirare fuori dal microonde le cialdine di parmigiano, lasciarle asciugare pochi secondi e formare il sigaro.

Quando i sigari saranno induriti, con un sac à poche, riempirli con il composto di caprino, cospargerli con semi di papavero e inserire i bastoncini.

sigari di caprino

Più facile di così!

sigari di caprino

Con questa ricetta partecipo al contest di Monique e Paola “Finger food – In un sol boccone”

Torta salata ai peperoni

20 giovedì Mar 2014

Posted by salentinaincucina in Antipasti e aperitivi, Pesce, carne e verdure, Uncategorized

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brisé, peperoni, torta salata, torta salata ai peperoni

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Avevo due peperoni in frigo e voglia di utilizzarli in una torta salata….la prima tentazione è stata quella di di utilizzare una brisé già pronta…poi ho pensato che a farla da me non ci avrei messo tanto…e di sicuro sarebbe stata più genuina…così ho realizzato un’ottima (e molto versatile) brisé in cui ho inserito un ripieno di peperoni. E la soddisfazione di avere un piatto completamente “fatto in casa” non è equiparabile a quella di un piatto realizzato con basi già pronte, sopratutto se facili e veloci da preparare: infondo, gli ingredienti base per la brisé (che è praticamente l’equivalente della pasta frolla nel salato) sono farina, burro e uova.

Consiglio questa torta salata per un aperitivo, per un secondo o anche per un piatto unico molto veloce…e può essere preparata anche in anticipo…estremamente facile anche per i meno esperti ai fornelli!!!

Ingredienti

Per la brisé

  • 200 gr di farina 00
  • 80 gr di burro
  • 1 tuorlo
  • 1/2 cucchiaino di sale
  • acqua fredda q.b. (circa due o tre cucchiai)

Per il ripieno

  • 1 peperone rosso
  • 1 peperone giallo
  • 1 scalogno
  • olio evo q.b.
  • sale q.b.
  • 2 uova
  • 50 gr di parmigiano

Procedimento

Per prima cosa preparare la brisé: inserire in un robot la farina, il burro a pezzetti e il resto degli ingredienti, fino ad ottenere un impasto compatto. Lavorarlo con le mani per formare un panetto e lasciarlo riposare in frigo per 30/40 minuti.

Nel frattempo cuocere in una padella con dell’olio i peperoni tagliati a listarelle insieme allo scalogno. Quando i peperoni saranno appassiti (non troppo), aggiungere le uova, il sale e il parmigiano e mescolare velocemente.

Accendere il forno a 180 gradi.

brisé ai peperoni

Stendere su una spianatoia infarinata la pasta brisé, trasferirla su uno stampo imburrato e infarinato e versare il ripieno di peperoni. Richiudere con la pasta restante, spennellare con del latte e infornare a 180 gradi per 30/40 minuti, fino a doratura della superficie. Lasciar raffreddare e servire.

brisé ai peperoni

Un pomeriggio con Luca Montersino

14 venerdì Mar 2014

Posted by salentinaincucina in Uncategorized, Varie

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delizia al caramello, Luca Montersino, rossolampone, tiramisù

Luca Montersino

Stavolta ce l’abbiamo fatta!!! E chi pensava mai che avremmo incontrato il mastro pasticcere in persona??? Sì, sì ok, non è l’unico….e di mastri lodevoli ce ne sono tanti, questo è sicuro. Ma Luca Montersino è “il” mastro pasticcere per me, perché è stato proprio grazie a lui, cinque anni or sono, che ho iniziato ad appassionarmi all’arte dolciaria.

Cos’ha Montersino di diverso dagli altri? Beh, forse semplicemente il fatto di spiegare in modo chiaro, preciso e puntuale tutto, ma proprio tutto dei procedimenti, delle reazioni tra i vari ingredienti, del perché e del per come si fa una cosa e non un’altra. Ricordo che la prima cosa che mi ha colpito di lui, vedendolo le prime volte in tv, ai tempi di “Peccati di gola“, è stata  l’idea che tutto fosse possibile, tutto si potesse realizzare anche a casa…certo, poi magari non sempre è così…o meglio, se mancano gli strumenti e gli ingredienti adatti, quest’idea resta solo un’illusione.

Però una cosa è vera: quell’idea di “poter fare tutto”, quel vedere con chiarezza tutto il procedimento ha sicuramente giocato una parte importante nel processo di “affezione” alla pasticceria, nel passaggio da “faccio dolci ogni tanto” a “ho una vera passione“. Ognuno poi ha un po’ un suo mito nel proprio percorso.

È anche vero che i suoi procedimenti non sono poi così facili, anzi….verisssimo (come leggo girovagando sul web) che, fatto da lui, tutto sembra alla portata di tutti, e in realtà non sempre lo è; qualcuno lo critica per queste illusioni che dà al suo ingenuo pubblico o per il fatto che tanti dei suoi ingredienti sono quasi sempre introvabili per i comuni mortali (destrosio, isomalto, maltitolo, xantana, guar)….ma è pur vero, d’altro canto, che Montersino dà sempre un’alternativa reperibile a questi ingredienti dai nomi altisonanti ed ha avuto ed ha, sicuramente, il pregio di voler portare una pasticceria di qualità (sia a livello di gusto che a livello nutrizionale) anche nelle case di chi si avvicina a questa nobile arte soltanto per diletto personale e non a livello professionale.

Luca MontersinoIMG_3751 (Small)

Tornando al nostro incontro, insomma….è cominciato tutto quando Genny di jennyscake, (sempre lei, collega cuoca e collega mamma, compagna di avventure culinarie e mammifere) mi ha fatto la proposta di andare a seguire un corso tenuto da lui, una domenica pomeriggio a Mantova: i posti erano limitatissimi e bisognava subito dare la risposta. E noi, ovviamente, non ci abbiamo pensato due volte.

Quella domenica eravamo lì, pronte a partire e a vedere finalmente questo “mito” di persona. Mi sentivo quasi una quindicenne di fronte al suo cantante preferito: la faccia inebetita e gli occhi luccicanti c’erano.

La prima cosa da dire, oltre al resoconto culinario del pomeriggio, è che Luca Montersino è davvero una persona “alla mano”, preparatissima e umile al tempo stesso, uno “che non se la tira”, insomma, che senza le telecamere è anche più sciolto, che si lascia andare ad una battuta o ad una strizzata d’occhio tra una preparazione e l’altra..e soprattutto al momento del buffet.

La lezione non era proprio per principianti, ma riguardava tre “torte innovative”, da lui ideate, abbastanza complesse.

La prima una delizia al caramello, la seconda una torta-tiramisù da forno con profiteroles e la terza un meravigliosa rossolampone con frangipane ai pistacchi.

Delizia al caramello

Delizia al caramello

Torta tiramisù

Torta tiramisù

Rossolampone

Rossolampone

Una vera goduria!!!!!! Abbastanza complicate da realizzare tutte e tre, ricche dei soliti ingredienti dai nomi altisonanti sopracitati, ma per i quali Montersino ha sempre dato una valida alternativa e, in merito ai quali, ha sempre spiegato il motivo del loro utilizzo.

Dilettandomi anche in diverse ricette gluten free, per esempio, ho imparato che la xantana è un ingrediente che serve a dare croccantezza all’impasto, qualità che spesso purtroppo manca nei prodotti senza glutine. La lecitina, invece, serve a contrastare la formazione di muffe nei prodotti lievitati e ne prolunga la durata nel tempo. Insomma, ad ogni nome un perché.

Al termine della preparazione di queste magnifiche torte, è arrivato il momento più atteso: l’assaggio di queste meraviglie fatte direttamente dalle sue mani!

torte luca montersino

Spesso, infatti, guardandolo in tv, mi sono chiesta che sapore avessero realmente quelle torte o quei biscotti così perfetti. Ho già sperimentato sue ricette, ma la domanda sul gusto delle sue torte me la sono sempre fatta.

E a questo punto mi sembra superfluo dire che questi dolci erano veramente SUPERLATIVI. La mia preferita è stata la delizia di caramello, che non penso di rifare a breve, data la necessità di tempo (molto, per me comune mortale) e di concentrazione per la buona riuscita della ricetta; ma ne estrapolerò, probabilmente, alcune parti da utilizzare in altre preparazioni…..o magari, impegni personali permettendo, mi ritroverò a farla prima di quanto non pensi!

Intanto continuo a sperimentare le sue ricette, anche a rate, e custodisco diligentemente i suoi preziosissimi consigli, l’attestato e l’autografo sul suo libro di ricette (bene, adesso i quindici anni ci sono tutti!!!)

Meringhe francesi (spumiglie)

12 mercoledì Mar 2014

Posted by salentinaincucina in Dolci e biscotti, Gluten free, Uncategorized

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albume, Luca Montersino, meringa, meringa francese, meringhe, spumiglie


spumigliaLe meringhe sono tra i dolci più belli da vedere: quel bianco perlato e la forma così elegante sono una vera attrazione già solo per gli occhi.

La meringa francese è, appunto, quella classica, “dura”, da mangiare da sola, come accompagnamento di bevande o creme o per decorare altri dolci.

La cosiddetta “meringa italiana”, è invece, quella morbida, “cruda” che assomiglia un po’ alla panna montata e che si pastorizza aggiungendo dell’acqua a 121 gradi.

Quelle nella foto sono, appunto, le meringhe francesi o spumiglie. La loro preparazione è estremamente semplice, ma due cose sono fondamentali: 1) che l’albume sia montato a neve fermissima, il cucchiaio deve starci in piedi; 2) che la cottura sia dolce e lenta: una temperatura troppo elevata colora eccessivamente la meringa e lascia crudo l’interno (che diventerà poi appiccicoso una volta a contatto con l’aria).

Per un po’ le meringhe sono state un cruccio, ma da quando, tre anni fa, ho sperimentato la ricetta di Luca Montersino, il risultato è stato davvero eccellente! Ed è ancora quella la ricetta che ho seguito anche questa volta, con una piccola riduzione (del 50%) del “secondo” zucchero.

(A proposito di Luca Montersino, pochi giorni fa ho avuto l’onore di incontrare il mastro pasticcere in persona….in trasferta insieme a Genny di jennyscake!!!!!!!….ovviamente dedicherò un post ad hoc a brevissimo!!!)

Tornando alle spumiglie, con queste dosi si ottengono 90/100 meringhe dal diametro di circa 4 cm (ho utilizzato la confezione di albume d’uovo pastorizzato da 500 ml). Se si vogliono avere meno meringhe, basta ovviamente, ridurre la quantità degli ingredienti, lasciando le proporzioni inalterate.

Ingredienti

  • 500 ml di albume
  • 500 gr di zucchero
  • 250 gr di zucchero

Procedimento

Montare gli albumi con 500 gr di zucchero fino ad ottenere un composto fermissimo, al punto da poter capovolgere la ciotola (con lo sbattitore ci vorranno almeno 15 minuti, un po’ meno con la planetaria).

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Aggiungere poi con un cucchiaio lo zucchero restante, mescolando lentamente, dal basso verso l’alto per non smontare il composto.

Inserire la meringa nel sac à poche e formare le spumiglie su una placca da forno ricoperta con l’apposita carta. Le spumiglie si possono formare anche con un cucchiaio, sono bellissime ugualmente. Io ho provato due forme diverse, usando ovviamente due diverse bocchette per il sac à poche e separandole in due infornate diverse per avere una cottura uniforme.

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Cuocere in forno preriscaldato a 95 gradi, possibilmente semi-aperto con l’aiuto di un cucchiaio, per 75/80 minuti. Lasciar raffreddare e, solo in seguito, staccarle dalla teglia.

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Cavatelli (“minchiareddhri”) radicchio e salsiccia

08 sabato Mar 2014

Posted by salentinaincucina in Pesce, carne e verdure, Primi piatti, Ricette salentine, Uncategorized

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asiago, cavatelli, minchiareddhri, pasta con radicchio e asiago, pasta fatta in casa, pasta radicchio e salsiccia, radicchio di Treviso, radicchio tardivo

cavatelliQuesta ricetta nasce dalla fusione tra una pasta salentina, i minchiareddhri (o cavatelli, in italiano) e un condimento tipicamente veneto: radicchio tardivo e salsiccia.

Il procedimento per i minchiareddhri è lo stesso utilizzato per fare le orecchiette, solo con un passaggio in meno: manca il ripiegamento della pasta sul pollice per fare “il cappellino”. Il piatto è veramente facile e gustoso e la pasta può essere preparata anche  con un paio di giorni di anticipo.

cavatelli

Ingredienti

Per la pasta

  • 250 gr di farina 00
  • 250 gr di semola rimacinata di grano duro
  • acqua q.b. (circa un bicchiere)

Per il condimento

  • Due grossi cespi di radicchio tardivo di Treviso
  • 300 gr di salsiccia
  • 1 scalogno
  • 1/2 bicchiere di vino rosso
  • sale q.b.
  • formaggio Asiago q.b.

Procedimento

Mescolare le due farine e l’acqua fino ad ottenere un impasto liscio e abbastanza morbido. Lasciar riposare 30 minuti. Preparare un piano infarinato e ricavare dall’impasto dei filoncini. Tagliare dei tocchetti di pasta (circa 1 cm) e trascinarvi sopra il coltello, in modo che quest’ultimo sia “avvolto” dalla pasta.

cavatelli minchiareddhri

Procedere cosi fino ad esaurimento della pasta. Lasciare seccare i cavatelli-minchiareddhri infarinati (per evitare che si attacchino tra di loro).

Preparare il condimento: tagliare il radicchio e lo scalogno e far scaldare dell’olio in una casseruola. Inserire lo scalogno tagliato finemente e la salsiccia a pezzi piccoli. Far imbiondire la cipolla e aggiungervi il radicchio. Sfumare con il vino rosso e continuare la cottura con un coperchio.

Nel frattempo cuocere la pasta in abbondante acqua salata e, a cottura ultimata, versarla nella casseruola, insieme all’Asiago, facendola saltare con il condimento.

minchiareddhri radicchio

Krapfen con crema al miele

05 mercoledì Mar 2014

Posted by salentinaincucina in Dolci e biscotti, Lievitati, Prima colazione, Uncategorized

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bomboloni alla crema, crema, krapfen, krapfen con crema al miele, krapfen cucina italiana, lievito madre secco

krapfen

Ok, oggi è il mercoledì delle ceneri… Carnevale è finito e si è portato via tutti i fritti e rifritti con cui era arrivato dopo le grandi abbuffate natalizie. Mi ero ripromessa di fare una pausa con i dolci, fatto sta che ieri (infondo era ancora martedì grasso) ho voluto salutare la stagione dei fritti carnevaleschi con quei bellissimi krapfen che erano in copertina su “La cucina italiana” di marzo. Premetto che nella mia cucina i fritti non sono contemplati più di tanto, per ovvie ragioni di salute e di linea. Tuttavia, con quell’immagine così invitante, non si poteva resistere. Più forte del canto delle Sirene di Ulisse. E io non avevo i compagni pronti a legarmi all’albero maestro. Anzi, la tentazione mi faceva cadere l’occhio solo sullo slogan “fritti e felici“.

E allora, va bene. Fritti-vale. Salutiamo i fritti con una bella manciata di krapfen (che poi ho regalato per scacciare i sensi di colpa!!)

La mia ricetta è liberamente ispirata a quella della nota rivista.

Ingredienti per 16/18 krapfen 

Per la pasta

  • 500 gr di farina (250 di 00 e 250 di manitoba)
  • 50 gr di lievito “madre” secco
  • 50 gr di zucchero
  • 3 uova
  • 100 gr di latte fresco
  • 50 gr di burro
  • olio di arachide per friggere

Per la crema

  • 4 tuorli
  • 50 gr di zucchero
  • 30 gr di amido di mais
  • 300 gr di latte
  • 2 cucchiai di miele
  • semi di vaniglia

Procedimento

Per prima cosa mescolare le farine e il lievito secco (se si usa il lievito fresco, scioglierlo in poco latte tiepido e mescolarlo alle farine); unire lo zucchero, le uova e il burro; lavorare (possibilmente con un robot) per almeno 5 minuti.

Lasciar lievitare 2 o 3 ore. Riprendere la pasta e lavorarla con un mattarello su di un piano infarinato. Ripiegarla in due, stenderla un’altra volta e richiuderla su se stessa; lasciarla riposare per altri 20/30 minuti.

Nel frattempo preparare la crema. Con uno sbattitore montare i tuorli con lo zucchero; aggiungere poi l’amido di mais. Contemporaneamente, in un pentolino, portare quasi a bollore il latte con la vaniglia ed il miele. Aggiungere il latte al composto e frullare ancora. Versare in una casseruola e cuocere fino ad addensamento della crema.

Riprendere la pasta dei krapfen e stenderla con il mattarello. Ricavare con un coppapasta tondo da 6,5 o 7 cm 16/18 dischetti. Lasciarli lievitare per un’altra ora.

Quando i krapfen saranno lievitati, friggerli in olio bollente a fiamma bassa (quelli più scuri sono stati “abbronzati” dalla fiamma un po’ troppo alta) per circa 8 minuti. Far assorbire l’olio su carta da cucina e passarli in una ciotola con dello zucchero.

krapfen

Nel frattempo mettere la crema in un sac à poche e, quando i krapfen saranno raffreddati (circa 10 minuti), farcirli operando un buco nella parte laterale o superiore.

Il risultato è GARANTITO!!!

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